MITO
E LEGGENDA
Narra
la leggenda, che sulla sponda calabra, proprio di fronte alla punta
della Sicilia orientale, vivesse la bellissima ninfa Scilla, di lei
si innamorò perdutamente Glauco Dio marino ma il suo amore non le
portò fortuna; dopo varie vicissitudini, la gelosa maga Circe la
trasformo in un orribile mostro marino, per l’orrore di vedersi
cosi trasformata Scilla si rifugiò in una grotta marina che da lei
prese il nome, proprio di fronte alla sponda dove viveva Cariddi una
bellissima dea figlia di Poseidone e Gea, ma anche Cariddi
trasformata da Zeus in un orribile mostro marino, per aver divorato i
buoi di Eracle, finì in mare, destinata a ingurgitare enormi
quantità di acqua e rigettarla formando paurosi vortici, che
trascinavano a fondo le imbarcazioni che incautamente tentavano di
attraversare lo stretto.
Non
di rado, nei secoli scorsi, fino ai primi del ‘900 le imbarcazioni
che volevano attraversare in sicurezza lo stretto tra Scilla e
Cariddi avevano bisogno di esperti piloti per evitare disastrosi
naufragi molto frequenti. Infatti, il fondale del nostro mare è
ricco di relitti e reperti archeologici.
Bastimenti
di epoche molto remote, Greche, Romane, Etrusche, con preziosi
carichi di merci, e tesori naufragarono travolti e inghiottiti dal
mare. La loro inspiegabile scomparsa alimentava miti e leggende di
mostri marini e bellissima sirene dalla voce soave. Anche Omero
celebrò, nell’ Odissea il mito delle Sirene e del loro canto
ammaliatore che faceva perdere la ragione ai naviganti che di
conseguenza naufragavano Ulisse lo sperimentò.
Ma
i naufragi hanno spiegazioni più logiche: le fortissime correnti e
le forze distruttive del vento di scirocco. I vortici che si formano
sulla punta sottile del Faro sono dovute all’ incontro tra i due
Mari lo Jonio e il Tirreno, che prendono il nome di “montante” e
“scendente” e non vanno mai sottovalutate essendo la loro
pericolosità più che certificata. Noi ricordiamo il più tragico
dei naufragi, quello del 23 Aprile 1958, quando la palamitara “
Ninetta” venne inghiottita dal mare con i suoi 10 uomini proprio
nelle stretto tra Scilla e Cariddi, ma non ad opera dei due mostri
marini come recita la leggenda, ma , da un mare in tempesta e dai
forti venti di scirocco e levante.
Nel
2008, in occasione del 50° anniversario della tragedia un comitato
ha voluto consegnare alle nuove generazioni il ricordo di quella
immane sciagura e di tutte le vittime del mare ed è stato eretto un
monumento scolpito dalla nostra compaesana, artista di pregio, Maria
Rando, posto nella seconda piazzetta del paese.
Altri
naufragi si sono registrati nel nostro bel mare dal l’ inizio del
‘900, l’ ultimo risale al 12 dicembre del 1981, quando a perdere
la vita furono due fratelli lasciando le loro famiglie nella
disperazione, e nel dolore.
Un jornu
ca Diu Patri era cuntentu
E
passiava ‘ lu celu cu li santi
A lu
munnu vosi fari nu prisenti
E da
curuna si scippau nu diamanti
Ci desi
tutti i setti elementi
Lu posi
a mari ‘n facci a lu livanti
Lu
chiamarunu Sicilia li genti
Ma di l’
Eternu Padri e lu diamanti
Questo
antico canto popolare siciliano ben si addice per celebrare il
nostro paese. La sua splendida geografica
tra il mar Tirreno e lo Jonio lo pone sulla punta sottile della
Sicilia ed è la punta di Diamante proprio per essere “ n facci a
lu livanti”.
Molto
amato dai numerosi turisti il paese di Torre Faro offre uno
spettacolo unico del suo mare e delle attività ad esso legate,
comela pesca, di giorno, al pescespada con le passerelle, spettacolo
emozionante , anche se cruento.
La notte
con le lampare, col mare calmo che riflette la luna e le stelle,
offre il meglio di se con Emozioni , credo, uniche al mondo.
Occorre anche dire che il mare, per sua natura, è un elemento molto
esigente pretende molto rispetto , specialmente a Torre Faro,
sulla punta proprio dove sorge
Il
Pilone e i due mari si incontrano e scontrano.
Dà
spettacolo di se il sole, all’alba, quando tinge di rosa il mare, e
i monti della Calabria sembrano brillare di un verde smeraldo. Al
tramonto cala lentamente nel mare in un tripudio di colori e
Trasparenze da togliere il fiato.
A volte
si va all’ estero in cerca di paesaggi esotici per emozionarsie per
godere di luci e colori nuovi e non sappiamo che la nostra terra
offre spettacoli inimmaginabili a due passi da casa.
PAOLA
SAVOCA
I
riferimenti citati sono tratti dal libro “ LA PALAMITARA” di
Paola SAVOCA ed. EDAS
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